Per favore, chiudi un occhio!

Tutti abbiamo un po’ di diversità tra un occhio e l’altro. E oggi, con l’uso massiccio di smart phones, tablet e PC, tendiamo a perdere la coordinazione tra i due occhi, favorendone uno solo: questo finisce per sovraccaricarsi, mentre l’altro perde le sue capacità per mancanza di esercizio.
Il modo più semplice per riequilibrarli è di stimolare l’occhio “pigro” (o anche semplicemente un po’ assente) è di coprire l’altro con una benda e fare attività che coinvolgano le varie funzioni degli occhi.

Perché è meglio farlo con un’occlusione parziale

L’occlusione PARZIALE permette un po’ di visione periferica sia di lato che di sotto anche all’occhio dominante, pur stimolando principalmente l’occhio debole a livello di visione centralizzata. Il cervello impara prima a usare entrambi gli occhi. E soprattutto la tollera meglio.

Cosa succede invece con l’occlusione totale’

Il cervello, particolarmente quello di un bambino, accetta a malincuore di servirsi solo dell’occhio più debole (spesso strabico e/o ambliope). Si genera un profondo senso di vulnerabilità, inferiorità, dovuto anche al fatto che una parte del campo visivo “scompare”, si sente di non avere controllo su quello che potrebbe accadere. Questo alimenta e complica le radici emotive del problema visivo, che spesso hanno portato ad escludere l’input di quell’occhio, invece di risolverle.

Nel momento in cui si toglie la benda il cervello ritorna rapidamente alla “normalità”, cioè “riaccende” l’occhio dominante e “spegne” l’occhio più debole, proprio perché lo identifica come l’origine di quella sensazione di vulnerabilità. E tutti i “guadagni”, eventualmente ottenuti a costo di disagio e mortificazione, svaniscono rapidamente.

Come usare l’occlusione parziale

Intanto vediamo cosa è meglio NON fare:
– proprio quello che verrebbe spontaneo: guardare la TV, telefonare o chattare e cose simili, per non parlare di cose rischiose o impegnative.

Cosa invece è bene fare:
Praticamente TUTTE le attività del metodo Bates, più ogni tipo di giochino con una pallina:, come passarla da una mano all’altra, farla rimbalzare, cercare di colpire una lettera dell’optotipo, etc. In molte attività si possono usare anche le piramidine (cioè i sacchetti riempiti di riso, che si trovano nel KIT per la vista). Con un bambino queste attività devono essere trasformate in giochi, in sfide.

Tenere l’occlusione a lungo?
No, diciamo al massimo una decina di minuti per volta, mentre si svolge un esercizio. Finire sempre facendo la stessa attività, ma senza benda, per un paio di minuti. Si dovrebbe notare un miglioramento nella performance dei due occhi insieme. Poi, comunque ci sta bene un palming (3-5 minuti o di più, se se ne ha piacere)

Quante volte al giorno?
Almeno una o due. Ma anche di più se se ne ha tempo e voglia. Più debole è la vista binoculare, più spesso è necessario stimolare l’occhio (e il cervello). E più variati devono essere gli stimoli proposti. Quindi è bene praticare molti esercizi diversi.

Tutti i giorni?
Si, o quasi: la nostra mente è, direbbero a Roma, “de coccio”: prima di imparare definitivamente nuove abitudini ha bisogno di tantissime ripetizioni. Bisogna armarsi di pazienza e accettare di investire molto tempo nel processo

Evita questo fraintendimento:

Il nostro obiettivo NON è “rinforzare” l’occhio debole di per sé.
Vogliamo piuttosto incoraggiarlo gradualmente a partecipare in tutte le attività quotidiane insieme all’altro occhio. Detto in altri termini: vogliamo convincere il cervello a dargli attenzione e “farlo giocare” insieme all’altro occhio.

E non fare questo errore:
Non ha senso misurare l’acuità visiva (o qualsiasi altro parametro) dell’occhio debole da solo. E’ invece importante verificare se, dopo averlo stimolato, I DUE OCCHI insieme funzionano meglio..

 

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