Ma davvero il computer fa male alla vista, all’udito, all’equilibrio e al con-tatto?
Che faccia peggiorare la vista è diventato così evidente che ormai gli oculisti di grido (= da salotto televisivo) non ci provano neanche più a negarlo.
E tuttavia la cosa è un pochino piĂą profonda del semplice perdere qualche diottria e sostenere così l’industria degli occhiali e delle operazioni….
C’è chi l’aveva visto con chiarezza fin dall’inizio
Barbara Brugger, un’educatrice visiva particolarmente esperta sui problemi visivi nelle aziende, ha recentemente citato una ricerca di qualche anno fa condotta dall’ Institut für Sozialwissenschaftliche Forschung e. V. dell’Università di Monaco e dalla IST Augenschule.
Confrontando le nuove mansioni via computer con quelle tradizionali si è innanzitutto rilevata una sempre maggior concentrazione sul visivo nelle mansioni lavorative.
Il corpo non si muove del tutto e anche la testa e gli occhi lo fanno sempre meno. Gli altri sensi vengono semplicemente eliminati, incluso l’udito. Ogni informazione arriva solo attraverso il visivo.
Ma anche il canale visivo viene utilizzato in un modo estremamente ridotto e unilaterale. In pratica veniamo allenati costantemente a non usare risorse/abilitĂ che fanno parte del nostro patrimonio genetico come esseri umani.
La ricerca ha anche messo in luce come effettivamente il non uso di queste risorse porti ad una loro atrofia.
E’ interessante come questa perdita non venga percepita consapevolmente dalle persone che la subiscono, ma provochi un senso di malessere generale e indistinto.
Ma i datori di lavoro tedeschi se ne accorgono…
La cosa non è presa sottogamba dai datori di lavoro tedeschi, perché quelli che appaiono come una serie di sintomi più o meno legati agli occhi (secchezza, arrossamenti, stanchezza etc) producono comunque insieme alla noia, alla stanchezza (e anche all’insicurezza) errori e cali nella produttività .
Gli autori della ricerca hanno anche seguito alcuni programmi guida, condotti da educatori visivi in alcune aziende che hanno collaborato con l’università , in cui sono stati applicati alcuni criteri di educazione visiva che miravano a:
- aiutare i lavoratori ad essere consapevoli delle capacitĂ visive sacrificate.
- Modificare alcuni aspetti del lavoro per renderlo meno unilaterale.
- E dove non era possibile, introdurre esercizi e attivitĂ compensative.
Un’inchiesta a distanza di alcuni mesi ha riportato un deciso miglioramento delle prestazioni e una diminuzione degli inconvenienti lamentati.
Quali e quante sono le modalitĂ visive limitate o eliminate al computer?
Nella tabella che segue le varie modalità della percezione visiva (contrasto, colore, etc) vengono suddivise tra l’aspetto oggettivo (a destra) e soggettivo (a sinistra). Questi vengono poi suddivisi tra le due polarità , i possibili estremi (per esempio, bianco/nero da un lato e colori dall’altro).
La linea a tratto grande suddivide tra quante di queste modalità (e al loro interno, polarità ) vengono utilizzate al lavoro al computer (a sinistra) e quante no. La linea tratteggiata indica un utilizzo parziale, mentre quella continua un’esclusione totale.
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Ci sono molte aziende che ignorano i danni visivi dovuti all’uso ininterrotto del lavoro al PC. Per fortuna qualche azienda si sta muovendo per fare qualcosa. Intanto sono contenta di imparare a fare degli esercizi compensativi. e’ imporante iniziare sempre da noi.
Ogni anno facciamo un corso di approfondimento per i diplomati della scuola per educatori visivi sul tema “como proporre l’educazione visiva nelle aziende”