Come passare l’esame della vista
Pochi giorni fa ho fatto l’esame per il rinnovo della patente e l’ho passato senza problemi. Sto mantenendo una vista discreta sia da vicino che da lontano e quindi non è una sorpresa.
Ma, ragionare un po’ su questa esperienza può essere interessante.
Un’ovvia considerazione è che mantenere una vista buona è più facile che recuperare diottrie perse. Eppure giusto pochi mesi fa Paola ha passato anche lei il rinnovo della patente e ci è riuscita togliendo l’obbligo delle lenti (prima di impegnarsi con il metodo bates aveva 3 diottrie per occhio).
Non solo patenti di guida
Ancora nel 2019 avevo davanti a me Enrico, che voleva entrare all’accademia aeronautica.
Aveva giusto giusto uno 0,50 di diottria in più rispetto al massimo difetto di vista accettabile per concorrere. Potevo aiutarlo? Lo avevo già fatto varie volte e sempre con successo. Ma a determinate condizioni:
- Abbastanza tempo per vederci e praticare (almeno un mese)
- Accettare di cambiare abitudini.
- Disponibilità a fare delle “prove generali”, cioè delle simulazioni.
- Impegno a seguire strettamente un protocollo (un “copione”) per il giorno dell’esame e durante l’esame stesso.
Ma in quel caso i tempi erano troppo ristretti (20 giorni scarsi) e mi sembrava che difficilmente Enrico sarebbe riuscito a garantire un impegno costante, con un approccio tranquillo.
Quelli che avevano avuto successo, cosa erano stati in grado di modificare?
- Molte abitudini, compreso l’uso e abuso degli occhiali
- Le risposte “spontanee”, ovvero i meccanismi automatici dello stress
- Le credenze basiche riguardo a se stessi e ai problemi visivi
Mi viene in mente Pilar, che voleva diventare poliziotta in Spagna, ed aveva iniziato a parlarmene durante le vacanze per gli occhi di quattro o cinque anni fa. Paradossalmente la sua difficoltà all’inizio era proprio di essere una “ragazza seria” e quindi di essere disposta a sacrificare il relax e il divertimento delle vacanze, concentrarsi e lavorare duro per ottenere il suo scopo, insomma: stress e ancora stress. Dopo qualche giorno era riuscita a sciogliersi, a divertirsi, e i risultati erano arrivati. Abbiamo poi continuato qualche seduta via Skype (Zoom non c’era ancora). E l’ultima volta che ci siamo sentiti aveva completato la formazione, dopo essere stata accettata ed era in servizio.
E’ la mente che decide se vedere o non vedere
Parliamo di credenze: sei in una situazione d’esame e “SAI” di vederci male: ti aspetti di vedere male, vorresti non essere lì, ti sforzi, ti contrai, e ti vengono in mente altre sgradevoli esperienze in cui i tuoi occhi “ti hanno tradito”. Beh, in realtà sei tu che stai tradendo loro…. Infatti vedi sempre più annebbiato.
Visione Naturale = “dimenticarsi” di avere un problema visivo
Niente di nuovo: questo è proprio quello che cerchiamo di creare in tutte le situazioni normali, siano sedute, gruppi o vacanze. Davanti ad un ottotipo invariabilmente chi “si ricorda” di avere un problema visivo metterà in atto queste risposte:
- Smettere di respirare
- Irrigidirsi e immobilizzare il corpo
- Fissare a lungo
- Smettere di battere le palpebre
- Sforzarsi di vedere meglio
E’ un condizionamento potentissimo, spesso coperto da convinzioni radicate pseudo razionali. Il fatto che ciò non produca MAI un risultato positivo non lo scalfisce. Ma noi educatori visivi, con pazienza riusciamo a smontarlo
OK. Nelle sedute ci si riesce abbastanza facilmente, ma in un “vero” esame della vista, come si fa?
Si, le sedute e i seminari (e le vacanze) cominciano a generare nuove abitudini e nuovi modi di percepire se stessi. Ma in una situazione di esame l’ansia e lo stress possono riuscire a cancellare tutti questi effetti positivi.
Per questo è così importante che ci siano parecchie simulazioni dell’esame e che il giorno dell’esame il cliente segua un protocollo dettagliato che lo guidi a mantenersi centrato e ad evitare tutte le trappole in cui una mente spaventata potrebbe cacciarlo.
Un po’ come imparare a recitare la parte di uno che ci vede bene e “immedesimarsi” in quella parte. D’altro canto, consapevolmente o meno, durante tanti anni ci siamo immedesimati nella parte del “mendicante di vista” (come cantava Fabrizio de AndrĂ©). PerchĂ© non cambiare ruolo, stavolta?
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