“Ma com’è che hai iniziato con la Visione Naturale?”
Questa è la domanda che prima o poi tutti i miei partecipanti mi fanno. Forse resterai un po’ deluso, perchĂ© la mia storia è un po’ diversa da quella di molti dei miei colleghi. Non è così “eroica” come ad esempio quella di Meir Schneider, che è passato dalla cecitĂ alla guida senza obbligo di lenti, ma io credo che ci sia anche nella mia storia qualcosa di unico, qualcosa che voglio donare al mondo, con l’obbiettivo di renderlo migliore.
SI, IO NON HO MAI SOFFERTO DI ALCUN PROBLEMA VISIVO. E allora… come mai….?
Ricordo la prima volta che sono entrato davvero in contatto con il metodo Bates. Era il 1988 a Poona, India nella comunitĂ di Osho Rajneesh
Il centro del Ciclone
E’ difficile immaginare per chi non l’ha vissuta, l’incredibile concentrazione di arte, psicoterapia umanista, metodologie psico-corporee, terapie alternative, discipline spirituali che Osho aveva creato attorno a sĂ©. Per fare un esempio: venivano condotti training avanzati di cranio sacrale giĂ quindici anni prima che se ne cominciasse a parlare in Italia. Oppure ho ricevuto lì i primi stereogrammi da amici giapponesi 4 anni prima che il primo libro (Magic Eye) venisse pubblicato negli USA. I “miracoli” in questo Maelstrom di energia erano cosa normale. La crescita e la trasformazione personale erano l’obbiettivo di ogni cosa.
E io studiavo Rebalancing
Stavo frequentando un training di Rebalancing, un tipo di massaggio molto avanzato (fonte anche lui di conseguenze “miracolose”), in cui intervenivano terapisti e facilitatori di altre discipline (Rolfing, bioenergetica, osteopatia etc). Tra questi c’era anche il primo insegnante di metodo Bates che incontravo, uno svizzero di nome Garjan.
L’idea che gli occhi potessero rilassarsi enormemente e quindi vedere molto meglio non ci era nuova: noi del rebalancing lavoravamo direttamente sugli occhi, sì, con le nostre mani e avevamo tecniche che spesso producevano questi effetti “miracolosi” (oggi li chiamerei clear flash di visione nitida). Ma con le attività condotte da Garjan io scoprivo un modo nuovo e interessante di relazionarmi con il mondo: se vedi il mondo in modo diverso, tutto cambia.
Cambia te stesso per cambiare il mondo
In particolare mi aveva impressionato la scoperta della visione periferica (questo è stato poi chiamato open focus: vedi al proposito l’articolo La visione è soffice).
Più in generale mi si apriva un nuovo mondo: l’ARTE della Visione.
Cioè scoprire che il vedere si può espandere in tantissime direzioni diverse, che questo è una inesauribile fonte di piacere, che può essere il centro di una crescita globale dell’individuo e che, non ultimo, questo è il modo migliore per prevenire occhiali, operazioni, malattie e fastidi di ogni tipo.
“Ma io mi accontenterei di migliorare un po’ la mia miopia” dicono i miei clienti
Non è facile, per chi è ossessionato da problemi visivi, riuscire a capovolgere il suo punto di vista: non si tratta di curare, recuperare, aggiustare, e in ultima analisi, rassegnarsi ad un lento (o rapido) decadimento. Si tratta di mirare in alto: vedere “divinamente” è il nostro diritto di nascita, usare e sviluppare tutte le nostre potenzialità è la nostra natura.
E comincio a trasmettere la mia Visione
Il training di Rebalancing non era uno scherzo, durava tre mesi ed era intensissimo. Il mio corpo si trasformava in senso molto positivo, ero completamente coinvolto nel processo e solo dopo la fine del training ho potuto coltivare la Visione Naturale, seguendo un training.
Garjan aveva poi preferito non prendermi come assistente, e ci ero rimasto male, ma comunque cercavo di approfondire in ogni modo le cose imparate. Oltre al metodo Bates veniva insegnato ogni tipo di tecnica che potesse essere utile alla vista. Io sviluppai in modo particolare la meditazione Mandala, le passeggiate (cieca, della consapevolezza, del fotografo e molte altre) oltre a strumenti assorbiti da altre discipline, come il dialogo delle voci, la linea del tempo e molte altre.
Appare il mio “benefattore”
Uno dei miei clienti di Rebalancing era anche il dirigente di un centro di psicoterapia di Amburgo e mi invitò ad andare là per dare sedute di Rebalancing ai suoi clienti e ai terapisti del centro.
Con il 1989 inizia il mio periodo “tedesco”. E comincio a condurre seminari anche sull’arte della vista. Si, questo l’ho raccontato di recente in un altro articolo
Il primo seminario da educatore visivo è del febbraio ’89 in un centro di Amburgo. Funzionava? Certo! Riscoprire il piacere del vedere, l’avventura meravigliosa del vedere, significa anche ritrovare sĂ© stessi. E questo è qualcosa di molto molto nutriente, a cui gli occhi rispondono immediatamente:
E i rapporti con i professionisti della vista?
Scoprii con sorpresa che quello che per me era esperienza di tutti i giorni, e cioè che la vista poteva migliorare e peggiorare, arricchirsi e impoverirsi, espandersi e contrarsi…. non veniva insegnato. Anzi, non veniva proprio visto. Sto parlando degli oculisti. Si, qualcuno che non era “accecato” dai dogmi, c’era, perlomeno intorno a Osho, e ancora oggi mantengo rapporti cordiali con alcuni di loro. E c’erano gli optometristi comportamentali che avevano molte esperienze riguardo all’allenamento della vista. Per il gusto mio erano forse un pochino “meccanici”, ma lo scambio era intenso: venivo spesso invitato a condurre seminari in scuole di optometria, ricevevo inviti a convegni, c’era scambio di documenti, ipotesi, scoperte.
Quelli che mancavano….
erano gli educatori visivi! In Italia mi sentivo un po’ solo. Ma questa è un’altra storia.
E comunque adesso, trent’anni dopo
Continuo a non soffrire di problemi visivi…
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